Cosa c’è di più poetico di una corsetta in riva al mare?
Che sia in una rigida giornata di inverno, con le burrascose onde ad infrangersi sulla battigia, o durante una mite serata estiva, per godersi la calma di una spiaggia altrimenti caotica durante la giornata, camminare o correre sul bagnasciuga ha sempre un che di magico e suggestivo, oltre ad essere un ottimo modo per respirare un po’ di iodio.
Ovviamente, però, correre sulla spiaggia non è certo come correre sull’asfalto o anche su una strada sterrata: il terreno sabbioso tende ad essere più ostico di una pista di atletica, ma certamente avrà il vantaggio di ottimizzare i risultati dell’allenamento.
Iniziamo ad analizzare i vari ostacoli e i fattori di rischio di questa pratica.
Il primo è, innanzitutto, la difficoltà nel seguire un vero e proprio tracciato in linea retta e il secondo è costituito dalle difficoltà di trovare un terreno stabile su cui poggiare il piede. Tuttavia, questi ostacoli possono essere molto utili, soprattutto per affinare la propria agilità e potenziare i diversi muscoli convolti nella corsa. Per migliorare la propria resa sulla sabbia, è consigliato ‘conservare’ lo scatto per correre nei tratti più diritti e ‘lisci’, ma anche usare quanti più muscoli possibili: dal core (comprensiva della porzione inferiore del busto e il margine inferiore del bacino), che va allungato, ai muscoli di polpaccio e coscia, utili nel darsi una poderosa spinta grazie alla loro esplosività.
Un rischio da tenere in considerazione quando si corre sulla sabbia è quello di sforzare troppo il tendine d’Achille: quando non si è abituati a questo tipo di pressione, un’eccessiva sollecitazione potrebbe portare a danni anche gravi per questa particolare zona del nostro corpo. Il consiglio è quello di utilizzare scarpe apposite, ovvero le scarpe da running, per evitare di esercitare troppa pressione sulle caviglie.
Correre a piedi nudi, infatti, ha una buona probabilità di causare contratture o strappi muscolari, poiché non avremmo nessun supporto alla corsa se non la pianta dei nostri piedi.
Proprio partendo da queste considerazioni, è possibile stilare una lista di consigli per allenarsi in riva al mare senza correre i rischi elencati sopra.
- Se non si è abbastanza allenati, è meglio evitare di fare una vera e propria corsa sul terreno sabbioso: essendo un terreno molto ostico, potremmo sottoporre il nostro fisico a una pressione eccessiva. Se non si è dei ‘pro’, meglio optare per il fitwalking (una camminata a passo intenso e sostenuto).
- Più la sabbia è asciutta, più impegnativa sarà la vostra corsa: se non siete sicuri della vostra preparazione, meglio correre sulla sabbia umida della battigia, bagnata e quindi più compatta. Attenzione però! Il bagnasciuga è solitamente un terreno in pendenza, ci potrebbero essere rischi di storte o di un eccessivo sbilanciamento sulla distribuzione del peso.
- Le scarpe da running sono consigliate per correre sulla sabbia umida, grazie alla spinta che possono dare. Sulla sabbia asciutta, invece, è preferibile correre scalzi, poiché manca un vero e proprio appoggio stabile da cui darsi la spinta.
- Alterna i tipi di corsa per non sforzare eccessivamente il tuo fisico: dalla sabbia passa al cemento della strada parallela all’arenile o all’asfalto del lungomare. In questo modo, solleverete le vostre articolazioni da sforzi insostenibili a lungo termine.
- Fai sì che la corsa sulla spiaggia duri la metà di una sessione di allenamento sull’asfalto.
- Ovviamente, fai prima riscaldamento su un terreno regolare e, dopo aver completato l’allenamento sulla spiaggia, effettua lo stretching. In alternativa, potresti approfittare della tecnica del messaggio idrico: sedendoti sul bagnasciuga, lascia che le onde del mare ti bagnino le gambe, alleviando un po’ della tensione muscolare accumulata durante la corsa.
Nonostante i rischi, questa è un’attività molto amata e praticata. Perché? Perché presenta anche tantissimi benefici, se effettuata con le dovute accortezze, tra i quali c’è un alto consumo di energie e, quindi, una maggiore riduzione di calorie nel conteggio giornaliero.
Correre sulla sabbia, quante calorie brucia grassi si consumano?
Come già anticipato, correre in riva al mare richiede uno sforzo molto intenso e prolungato, che porta un consumo di calorie pari a quello di altre attività e sport aerobici (come ad esempio la Zumba o il crossfit), e addirittura superiore all’allenamento svolto in città o sul tapis roulant in palestra.
Gian Mario Migliaccio, con un dottorato di ricerca in Scienze dello Sport presso l’Università Tor Vergata di Roma, è direttore scientifico del team di ricercatori alla base del progetto Laboratorio dello Sport, promosso dal Coni. Secondo il suo parere, correre sulla spiaggia può essere considerato un vero e proprio ‘allenamento brucia grassi’: alle stesse condizioni di allenamento (tempo e intensità della corsa), il nostro corpo consumerà circa una volta e mezzo il consumo calorico di una corsa sull’asfalto, ovvero il 30% in più.
Quindi, volendo fare un esempio, se in venti minuti di corsa sull’asfalto, un soggetto consuma 80 kcal, correndo per lo stesso tempo e facendo lo stesso sforzo sulla spiaggia ne consumerà 120.
Fa bene correre in spiaggia? Ecco i benefici
Oltre al consumo calorico, correre sulla spiaggia presenta tanti altri benefici per il nostro organismo:
- lo sviluppo di agilità nell’affrontare un terreno irregolare e della consapevolezza del proprio corpo, nell’accorgersi dello sforzo che i propri muscoli compiono;
- il potenziamento di muscoli e articolazioni (questo per gli atleti asperti, che devono allenarsi al massimo per evitare traumi durante le gare; gli atleti del salto in alto, ad esempio, corrono sulla sabbia per potenziare i polpacci, muscoli incaricati dello stacco);
- la prevenzione di infortuni o lesioni, poiché la consistenza soffice della sabbia attutisce e ammortizza traumi e cadute;
- una respirazione migliore e un apporto di ossigeno più consistente, favoriti dall’umidita, dalla pressione e dalle miti temperature dell’ambiente balneare;
- fornisce una variazione per non scadere in un allenamento monotono e quindi poco produttivo;
- lo sviluppo di una migliore tecnica di appoggio sul terreno instabile;
- l’effetto cicatrizzante dell’acqua salata sulle ferite e, per la pelle, la purificazione fornita dal cosiddetto ‘effetto peeling’ della sabbia
- il senso di libertà del correre a piedi nudi;
- il potenziamento dei muscoli dei piedi (anche delle dita stesse), impegnati a dare una stabilità alla nostra corsa.
Beach-running: a chi è consigliato e a chi sconsigliato.
Valutando quindi pro e contro di questa attività, quando, quanto e a chi è consigliato correre sulla spiaggia? E chi, invece, dovrebbe evitarlo?
Una bella corsa sulla spiaggia, ad esempio, è consigliata:
- a persone già abituate a correre e runner professionisti; questi atleti, infatti, sono bravi a controllare i propri movimenti e a distribuire in modo corretto il proprio peso tra le varie parti del corpo coinvolte, quali schiena, gambe, polpacci, caviglie e piante dei piedi;
- a chiunque voglia riprendersi da un infortunio, in modo da rimettere un po’ di forza nelle gambe prima di concentrarsi su sforzi di entità più grande;
- a chi ha disfunzioni della tiroide, quali l’ipotiroidismo, poiché l’aria di mare è ricca di iodio, elemento fondamentale per far funzionare questa importantissima ghiandola che regola tantissime funzioni del nostro organismo (il metabolismo, la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo).
D’altro canto, considerando i rischi che questa particolare attività comporta, è altamente sconsigliato di svolgerla:
- a neofiti della corsa;
- a colore che presentano problemi alle articolazioni, come ad esempio alle caviglie e alle ginocchia, al tendine d’Achille e ai legamenti, tutte zone del corpo sollecitate in particolar modo dal beach-running;
- a chi presenta particolari disturbi della schiena (come nel caso delle ernie) o di postura;
- a chi soffre di ipertiroidismo, dove un eccesso di iodio avrebbe la possibilità di provocare tachicardia, affanno o eccessivo affaticamento;
- a chi soffre di tiroide di Hashimoto, una condizione di tipo autoimmune che causa un’infiammazione tiroidea; respirando un eccesso di iodio, l’infiammazione non farebbe che acuirsi.
Bene, ora che le dovute valutazioni sono state fatte, non attendere oltre. Prendi le scarpette e recati sulla spiaggia più vicina. Non perderti quest’esperienza magica!